domenica 14 giugno 2009
CODICE ELABORATO E CODICE RISTRETTO
Mentre il CODICE ELABORATO: è formato da frasi più lunghe con una grammatica completa. Le frasi complesse sono più ricche di parole e congiunzioni (rispetto a quelle del codice ristretto) , quindi c’è più scelta di termini, significati e quindi il discorso risulterà più ricco; Quindi nelle classi inferiori viene usato un codice ristretto, mentre nelle classi più ricche il codice elaborato . Le famiglie che usano un codice ristretto nel proprio linguaggio soffrono di uno svantaggio socio-culturale, e questo porta a loro più difficoltà nel campo scolastico, dove si tende ad usare il codice elaborato (per poter fare esercizi di grammatica o di composizione), quindi la possibilità di avere un’istruzione un buon livello, è in parte condizionato dalla classe di appartenenza.
SVILUPPO COGNITIVO

I MECCANISMI DI SVILUPPO
Lo sviluppo e l’uso del linguaggio dipende da vari fattori:
FATTORI BIOLOGICI:
Nello sviluppo del linguaggio i bambini a qualsiasi lingua appartengano seguono le stesse tappe e manifestano gli stessi comportamenti linguistici.
Il linguaggio viene acquisito in un determinato periodo dello sviluppo del piccolo che viene programmato dall’organismo, questo periodo viene chiamato: FASE SENSIBILE PER L’APPRENDIMENTO DEL LINGUAGGIO: questa fase va dai 18 mesi agli 11-13 anni, questa fase dura degli anni.
APPRENDIMENTO: Nel linguaggio possiamo trovare diversi tipi di apprendimento, CONDIZIONAMENTO, il comportamento dei bambini viene condizionato/ modificato da quello degli adulti, fino a quando il piccolo non diventa un essere dotato di competenza linguistica.
APPRENDIMENTO SOCIALE: In questo tipo di processo sono importanti l’imitazione e la tradizione, perché il piccolo apprende molto seguendo ed imitando gli adulti.
Infatti l’adulto occupa una parte importante nella vita del bambino, perché il comportamento linguistico dell’adulto è per il piccolo un rinforzo ideale, cioè se il piccolo vede il genitore che parla correttamente lui imparerà ad esprimersi in maniera corretta.
APPRENDIMENTO COGNITIVO: Il bambino si crea una mappa per imparare come è fatto, come funziona e come usare il linguaggio. Il bambino non si limita solo ad assumere passivamente le conoscenze ma in certi casi, è necessario un apprendimento attivo di tipo cognitivo.
giovedì 11 giugno 2009
LO SVILUPPO DELLA COMUNICAZIONE
Le vere comunicazioni si hanno quando il bambino fa qualcosa per richiamare l’attenzione della madre o di raggiungere uno scopo.
Quando nasce la comunicazione il bambino non ha ancora ben acquisito il linguaggio, le
Lo sviluppo è facilitato perché il bambino quando inizia a parlare è già in grado di comunicare; Imparare a comunicare non significa solo saper esprimersi ma anche imparare ad usare le varie forme strutturate di comunicazione della propria lingua, che ci permettono di parlare correttamente.
LE ESPRESSIONI DIRETTE

A 2-3 anni il bimbo è capace di interpretare un’espressione indiretta, se ad esempio noi gli proviamo a chiedere: “E’ IN CASA LA MAMMA?” lui non ci risponderà: “SI”, ma farà qualcosa per farci capire che lei è in casa e ci aiuterà a trovarla;
Però a 3-4 anni il piccolo fa un passo indietro con il linguaggio, questo avviene perché prende alla lettera le espressioni indirette, e quindi da molto peso alla comprensione e alla costruzione della frase e da meno peso al vero significato.
Il bimbo a 5-6 anni comincia a capire la vera importanza di non chiedere o dare ordini agli altri in modo aggressivo. Impara a chiedere e dire cose in maniera delicata ed educata.
giovedì 4 giugno 2009
LE REGOLE DI CONVERSAZIONE
I TURNI:
Nel primo anno di vita il bambino si esercita in scambi vocali con la madre, che sembrano delle conversazioni (detti pseudo-dialoghi). Il Piccolo produce un balbettio mentre la madre di solito parla e a volte si limita anche lei a fare piccoli suoni senza significato. Anche in queste conversazioni vengono rispettati i turni, ci si esprime uno per volta senza interrompersi, come in una vera e propria conversazione,
E’ la madre che si incarica di far rispettare i turni, lo fa inserendosi con la su

A 2 anni il bambino non ha più bisogno che l’adulto lo guidi, può fare veri e propri dialoghi.
A 3 anni è già molto abile, riesce a conversare a lungo con altri suoi compagni, rispettando i turni.
LE SEQUENZE COMPLEMENTARI:
Nel primo anno di vita oltre ai “TURNI” compaiono le prime sequenze complementari, il piccolo ha con l’adulto scambi non-verbali. Questi scambi servono per attirare l’attenzione e ottenere qualcosa: il bambino prende un oggetto, e lo mostra all’adulto e glielo porge;
Nel secondo anno, con l’arrivo delle parole, le sequenze tipiche tendono a trasformarsi.
Il bambino raccoglie informazioni dagli altri. Fino adesso la sua conoscenza si basava sull’osservazione e l’esperienza diretta, da qui in poi usa il sapere delle altre persone per imparare.
Quando il bambino si sente sicuro di sé può iniziare per primo a nominare qualcosa o fare un commento su qualcosa e aspettare una reazione dell’adulto. Appena gli adulti vedono che il bimbo è in grado di esprimersi da solo, iniziano a fargli una serie di domande, come ad esempio: “COME SI CHIAMA QUESTO? COSA FA IL CANE?” Il bambino piano piano risponde e l’adulto lo corregge.
Il bambino a 3 anni, inizia da solo a fare domande per primo, questo lo fa con l’intento di avere informazioni.
IL CONTROLLO DELL’EFFICACIA DELLO SCAMBIO:
Anche questa abilità si sviluppa molto in fretta. Quando il piccolo mette in funzione le prime sequenze complementari, che servono per attirare l’attenzione dell’adulto: “RICHIAMO-ATTENZIONE”, il bambino segue l’adulto per vedere come reagisce, quando vede che i suoi messaggi, per attirare l’attenzione, funzionano si permette di non seguire più l’adulto.